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Essendo perito chimico, si è dotato di un piccolo laboratorio di analisi che, per la verità, somiglia alla segreta stanza di un mago alle prese con qualche alchimia. In ogni modo, il nostro Merlino (che, cognome a parte, mago non è) ama ricercare ioni, molecole e tracce infinitesime di sostanze che abbondano nella trasparenza dell'acqua. E fu così che cominciò a rendersi conto che qualche acqua minerale era meglio non berla oppure la si poteva tutt'al più sorseggiare, con parsimonia, come se fosse una medicina, e non mandare giù a sorsate generose (G. Altamore. Acqua S.p.A. Dall'oro nero all'oro blu, Mondadori, Milano 2006, p. 176; con riferimento a P. Merlino, Che acqua beviamo?, Algagrafica, Potenza 1999).