Per commenti, confronto e consigli:

31 dicembre 2008

Ironia e ideologie






I simboli della stella a cinque punte e della svastica rappresentano ideologie perverse che volevano cambiare il volto all'Europa e invece hanno prodotto solo lutti e sofferenze.

L'umorismo presente nella seconda scritta è invece disarmante! Proprio nel senso che fa abbassare le armi e la voglia di "bruciare".

La storia ci potrebbe narrare episodi migliori di quelli che siamo abituati a conoscere se si imparasse ad utilizzare l'ironia.

30 dicembre 2008

La libertà come lotta storica



Lo storicismo ci insegna che siamo sempre in cammino e che dobbiamo pazientemente lavorare stando al passo della realtà; non esiste la soluzione ottimale e perfetta perchè abbiamo sempre a che fare con soluzioni parziali, rivedibili e modificabili. L'importante è mantere questa apertura e questa disponibilità al cambiamento progressivo e spregiudicato. (...) In questo programma di storicizzazione integrale si radica del resto la differenza essenziale tra lo storicismo scientifico che io difendo e lo storicismo idealista (per esempio quello di Giovanni Gentile) che parlava di libertà e finiva per non accorgersi - in pieno fascismo - che le libertà non c'erano più. (Ludovico Geymonat, La libertà, Rusconi, Milano 1993, pp. 131-132).

29 dicembre 2008

Tra paradiso e terra: Wenders


Il cielo sopra Berlino è un film che parla di angeli e di uomini, e di angeli che vogliono diventare uomini. Ecco il monolgo di angelo che vorebbe sentire il peso dell'umanità: "Sì, è magnifico vivere di solo spirito e giorno dopo giorno testimoniare alla gente, per l'eternità, soltanto ciò che è spirituale. Ma a volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa, e allora non vorrei più fluttuare così in eterno. Vorrei sentire un peso dentro di me, che mi levi questa infinitezza legandomi in qualche modo alla terra, a ogni passo, a ogni colpo di vento. Vorrei poter dire: ora, ora e ora! E non più: da sempre, in eterno. (...) Non entusiasmarsi solo per lo spirito, ma finalmente anche per un pranzo. Per la linea di una nuca, per un orecchio. Mentire, e spudoratamente. Camminando sentire che le ossa camminano con te. Supporre magari, invece di sapere sempre tutto. Ah, oh, ahi! Poterlo dire finalmente! Invece di sì e... amen". (Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, Genere Fantastico, 130 minuti, Produzione Germania 1987)

27 dicembre 2008

Tra limbo e paradiso: Galimberti

Leggendo il quarto canto della Divina Commedia appresi che, oltre ai bambini morti senza battesimo, abitano il limbo il nostro progenitore Adamo, i patriarci, i profeti, i re dell'Antico Testamento, quindi Abramo, Isacco, Giacobbe, Noè, Mosè, Davide che però furono liberati e portati in cielo da Cristo. Vi rimasero, invece, non redenti, i poeti greci e latini, quindi Omero, Ovidio, Orazio, Lucano, i filosofi Socrate, Platone, Aristotele, Democrito, e gli eroi Ettore, Enea , Cesare, Camilla, Elettra. Non mi sembrava una cattiva compagnia, anzi forse il limbo era preferibile al paradiso, dove altro non restava che volteggiare con gli angeli nella luce accecante di Dio. (Umberto Galimberti, Il segreto della domanda, Apogeo, Milano 2008, p. 44)

26 dicembre 2008

Tra limbo e inferno: Eraclito



Mi chiamo Eraclito e sono nato ad Efeso nel 540 avanti Cristo, poco prima della 69° Olimpiade. Dico così perchè così mi hanno consigliato di dire, ma , ad essere sincero, non so chi sia questo Cristo di cui tutti parlano: suppongo essere un filosofo nato 540 anni dopo Eraclito. Mi hanno messo nel Limbo e vi assicuro che ci sto malissimo. Ho sempre avversato la "via di mezzo" e tutte le sciocchezze dette dai filosofi dei miei tempi. (...) come ha fatto quel saccente di Aristotele con la sua to metrion. Forse nel Limbo lui si sentirà come a casa sua, io no di certo. Se c'era qualcuno che meritava l'inferno, questo qualcuno ero io. D'altra parte, sono o non sono il profeta del fuoco? E allora, per Zeus, mettetemi nel Fuoco! (Luciano De Crescnzo, Panta rei, Mondadori, Milano 1997, p. 41)

25 dicembre 2008

Curare il proprio giardino


Il Candido di Voltaire termina con questa frase: “dobbiamo coltivare il nostro giardino”. Il proprio giardino è quel piccolo ambito di libertà personale di cui ciascuno può godere e coltivare le proprie aspirazioni; ma è anche lo spazio dove è possibile realisticamente cambiare qualcosa e migliorare non solo il privato ma anche il pubblico. Nella XXV lettera infatti scrive Voltaire: “E’ altrettanto impossibile che una società possa formarsi e sussistere senza amor proprio […]. E’ l’amore di noi stessi che favorisce l’amore degli altri; è in virtù dei nostri reciproci bisogni che siamo utili al genere umano; questo è […] l’eterno legame degli uomini”.

24 dicembre 2008

don Chiscotte, l'invincibile

“Invincibili sono quelli che non si lasciano abbattere, scoraggiare, ricacciare indietro da nessuna sconfitta, e dopo ogni batosta sono pronti a risorgere e a battersi di nuovo. Chisciotte che si tira su dai colpiti e dalla polvere pronto alla prossima avventura, è invincibile” (E. DE LUCA, Chisciotte e gli invincibili (DVD + libro), Fandango, Roma 2007, p.7)