Questo l'inizio di una lettera: "Al suo signore o piuttosto padre, al suo sposo o meglio fratello, la sua serva o piuttosto figlia, la sua sposa o meglio sorella: ad Abelardo, Eloisa" (in Alelardo, Storia delle mie disgrazie, Newton, Roma 1994, p.73).
Dalle poche parole di introduttive è chiaro che si tratta di una storia travolgente, drammatica e per nulla superficiale dove tutto sembra cadere eccetto la fede in Dio e la fiducia nella ragione umana (che per Abelardo ed Eloisa sono la stessa cosa).